di Neal Shusterman
Fra le tante distopie che circolano, Falce è riuscito a colpirmi: c’è la grande intelligenza artificiale alla Skynet o alla Matrix, ma è saggia e misericordiosa, e questo è già originale di per sé. L’altro presupposto è una virtuale immortalità: tutte le malattie sono state sconfitte e la scienza medica è progredita al punto di poter ringiovanire le persone in modo quasi indefinito e resuscitare persino le vittime di incidenti. L’ovvia ricaduta è la sovrappopolazione, che genera come necessità l’esistenza delle Falci, un corpo di sacerdoti incaricati di uccidere, o ‘spigolare’ persone a caso. Questi i presupposti del worldbuilding, da cui si diparte il classico romanzo di formazione che coinvolge i due giovani protagonisti e si focalizza sull’ambiente interno alla casta delle Falci, con tanto di fazioni, differenti filosofie di spigolatura, contrasti e intrighi. Niente di trascendentale, ma ne risulta un romanzo piacevole e avvincente, con un finale semiaperto che introduce in modo intelligente i volumi successivi. I personaggi sono caratterizzati a dovere ed emergono con le loro peculiarità. Volendo cercare il pelo nell’uovo, avrei desiderato un maggiore scavo sulle conseguenze sociali dell’immortalità, che secondo me è un tema assai interessante, da sviscerare nelle sue più ampie conseguenze ma, come da titolo, il romanzo è incentrato sulle falci, non sugli uomini comuni. Di Shusterman, autore prolifico, colpisce quanto poco della sua opera sia stata tradotta in italiano. Se difficilmente proseguirò la trilogia delle Falci, ho però adocchiato fra le sue opere più di qualcosa che mi ha incuriosito.
Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti. Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.